PHILOSOPHY
INDUSTRIAL
DESIGN
L'industrial design ha lo scopo di conciliare gli aspetti tecnico
progettuali con le
tendenze e i gusti del mercato; obiettivo di questa
attività é quello di rendere a
"misura d'uomo" i beni strumentali
e di consumo prodotti industrialmente.
L'industrial designer é colui
che é in grado di conciliare in maniera ottimale le
esigenze tecniche,
tecnologiche, economiche, funzionali, ergonomiche,
ecologiche, produttive,
distributive, con quelle caratteristiche di forme
opportunamente studiate,
per stimolare una percezione di "gradevolezza",
di appagamento psicologico,
di piacere all'uso.
INDUSTRIAL DESIGN E PRODUZIONE SOSTENIBILE
Nella
costante ricerca del miglior rapporto Semantico - Sintattico - Pragmatico,
oggi l'industrial designer, quale addetto alla progettazione di "Artefatti
Inerti",
deve porsi un ulteriore obiettivo: il progetto deve possedere in sé soluzioni
tecniche che vadano nella direzione di un maggior rispetto
per l'Ambiente
(Coscienza Ecologica). Rispetto per l'Ambiente che va visto nell'accezione
più
ampia del termine, cioé che tenga conto delle necessità
di risparmio di energia
e materiali, della riciclabilità dei prodotti
dismessi, del benessere fisico e psichico
dell'uomo; problemi questi che in
ambito industriale vengono oggi identificati
con il termine di "Sustainable
Production". L'attenzione verso una forma corretta
di produzione sostenibile
(industriale o non), é determinante per la salute
dell'uomo e del pianeta.
Grossi
errori sono stati fatti in passato, e si continua imperterriti a fare:
Inquinamento
estetico da costruzioni abusive (Ecomostri) e da degrado urbano.
Inquinamento
dei suoli da fertilizzanti, pesticidi e scarichi industriali.
Contaminazione
di alimenti (mucca pazza, aviaria e pesce pazzo; siamo in attesa
di verdura
pazza).
Inquinamento dell'atmosfera da gas di scarico, da attività industriali
e da veicoli a
motore a combustione interna.
Inquinamento di fiumi, laghi
e mari da acque di raffreddamento di centrali nucleari,
da acque non depurate
di industrie e agglomerati urbani, dal trasporto di petrolio
greggio.
Inquinamento
da sostanze radioattive, scorie derivate dalla produzione di energia
nucleare.
Inquinamento
da rifiuti solidi della "Civiltà Tecnologica".
Inquinamento
acustico.
Contaminazione termica - Riscaldamento Globale.
Nello specifico dell'industrial
design, fra i tanti manufatti immessi in produuzione,
possiamo rilevarne alcuni di
non proprio edificante coscienza ecologica:
Cessi tondi o quadrati, estremamente
eleganti, osannati a dismisura dalla stampa
specializzata; ma, oltre ai problemi
dello smaltimento degli scarti di produzione
(di elevate percentuali), sono
ancora troppi gli addetti alla loro costruzione che
vengono prepensionati per
l'insorgenza di "malattie professionali".
Oggetti in materiale
plastico "indistruttibili", mentre buona parte delle coste del pianeta
ne sono invase (Henderson Island, patrimonio Unesco nel sud del Pacifico, ospita una
quantità di plastica per il 99,8% della sua superficie), gli oceani sono inquinati da
migliaia e migliaia di tonnellate di tali rifiuti, che formano delle vere e proprie isole
galleggianti; il "Great Pacific Garbage Patch" è una di queste,che, formatasi nel 1950,
continua ad aumentare le sue dimensioni a ritmi forsennati, alle quali contribuiscono
gli ormai purtroppo famosi sacchetti in polietilene, con grafica
equilibrata e
convincente, progettati in modo "pulito" dai migliori
graphic designers del momento.
Vicino a Roatàn, un'isola tropicale del Mar dei Caraibi al largo delle coste dell'Honduras
Foto di Caroline Power - 2017
Poi ci sono bellissimi elettrodomestici, tanto belli
da essere "folgoranti"; si contano a
centinaia i casi di incidenti
mortali fra le mura domestiche, solo in Italia.
L'arredo urbano delle nostre
città esclude quasi del tutto, parte dei cittadini dalla vita
sociale,
e mi riferisco agli anziani e agli handicappati (permanenti o temporanei),
anche in quei sporadici casi di agglomerati urbani a misura d'uomo "sano".
La
maggior parte dei designers si preoccupa soprattutto delle caratteristiche
d'uso e
dell'estetica dei prodotti; sono pochi (per fortuna sempre più), quelli che, già in fase
di "metaprogetto", si premurano di
programmare il percorso vitale del prodotto, fino
alla fase di dismissione
e riiciclo. Certo le decisioni a questo riguardo avvengono ad
un livello a cui
generalmente il designer non ha accesso, da qui il senso di frustrazione,
ma
é lo stesso stato mentale che lo mette in condizione di creare le premesse per far sì
che l'interlocutore committente tenga nel dovuto conto l'importanza
dellla problematica
ambientale e della "salute", sia dell'utente,
che degli addetti alla produzione; spesso é
più sensibile di
quel che si crede, e molte volte l'impotenza del designer verso questi
problemi
é soltanto un falso alibi.
Naturalmente gli aspetti semantici, psicologici
e culturali del progetto sono altrettanto
importanti, anzi di più per
il designer, però se ne sono i soli componenti ,scadono nella
pura demagogia.
Il risultato del suo impegno é quello di dare al prodotto una marcata
riconoscibilità sul mercato, e per far ciò serve capire fino
in fondo le ampie problematiche
del progetto stesso per pervenire a una soluzione
estetica compatibile.
L'approccio a tali problemi, in alcuni casi può
richiedere grossi interventi di studio sulle
forme, in altri meno; ciò
dipende dalle due caratteristiche principali che distinguono ciascun
oggetto
da progettare: il suo "valore d'uso" che é rappresentativo
della funzionalità, e il suo
"valore di scambio" che é direttamente legato all'immagine che il prodotto offre.
E' evidente che, se
si progetta un motore, il valore d'uso é di gran lunga preponderante
rispetto
al valore di scambio, il contrario avviene se si progetta una sedia o una poltrona,
all'estremo é la progettazione di un soprammobile: in questo caso il suo valore
d'uso é
praticamente nullo, rispetto al valore di scambio.
Enrico Picciani
1980 e successivi aggiornamenti
*Vicino a Roatàn, un'isola tropicale del Mar dei Caraibi al largo delle coste dell'Honduras Vicino a Roatàn, un'isola tropicale del Mar dei Caraibi al largo delle coste dell'Honduras
Enrico Picciani